Creare un blog di successo nel 2023

    Su Internet, gli articoli dedicati a come creare un blog sono infiniti.

    Da marzo 2020, ho iniziato a visitare una miriade di siti incentrati sulla crescita personale e molti di questi hanno pagine e pagine dedicate a “trucchi” e “segreti” per aprire un blog di successo.

    Fiumi di pixel che spiegano come creare un sito Web e guadagnare una valanga di soldi.

    Quasi sempre, però, si tratta di post infarciti di link di affiliazione che consigliano dove acquistare dominio e spazio hosting, o quale sia il migliore tool SEO a pagamento sulla piazza.

    I “casi studio” di cui si parla in questi articoli, poi, si riferiscono generalmente a siti o blog di chi ce l’ha fatta.

    Sono in pochi a mettere i risultati personali alla mercé del lettore.

    A differenza loro, in questo post non troverai link di affiliazione né strumenti a pagamento.

    Tutto quello che leggerai sarà completamente gratuito o estremamente low cost.

    Inoltre, i dati che troverai riguardano le metriche del mio vecchio sito.

    Un blog realizzato da un commesso (ex barista), su hosting Aruba condiviso da 2,54 euro mensili (IVA compresa), con un’estensione .cloud.

    Insomma, non proprio il massimo su cui lavorare.

    Per quanto riguarda questo blog, sulla pagina Chi sono puoi consultare in ogni istante i numeri registrati da Google Search Console mese dopo mese.

    Creare un blog da prima pagina di Google

    Sei ancora convinto che non si possano ottenere risultati evidenti in tempi brevi perché, cercando in Rete, ti sei imbattuto nel solito studio realizzato da Ahrefs dal quale è emerso che gli articoli impiegano almeno 2 anni per arrivare alla prima pagina di Google?

    Eccoti i dati ufficiali registrati dal gigante di Mountain View a 3 mesi dalla creazione del mio vecchio blog.

    come creare un blog di successo

    Come vedi, se sei in cerca di informazioni su come realizzare un blog, sei capitato nel posto giusto.

    Prima di iniziare, però, facciamo un passo indietro…

    Creare un blog nel 2022 serve ancora?

    A causa del COVID-19, il PIL italiano è diminuito del 12,8% rispetto al trimestre precedente e del 17,7% nei confronti del secondo trimestre del 2019.

    Come a volte accade, però, da una crisi è nata un’opportunità.

    Stiamo assistendo, infatti, ad un aumento significativo delle vendite online, che hanno fatto registrare una crescita dell’81% rispetto al 2019.

    Un cambiamento destinato, con molte probabilità, a durare per molto tempo nell’eCommerce.

    come realizzare un blog di successo

    In psicologia esiste un termine che indica la capacità di far fronte in maniera positiva ad eventi traumatici.

    L’attitudine a riorganizzare positivamente la propria esistenza dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi rimanendo sensibili alle opportunità positive che la vita offre.

    Il termine è resilienza.

    Bene, l’85% di coloro che hanno comprato su Internet durante il lockdown, erano consumatori che non avevano mai fatto acquisti online in vita loro.

    Insomma, se possiedi un’azienda e non ci hai mai pensato prima, questo è il momento perfetto per aprire un blog.

    Creare un blog WordPress

    I Content Management system (CMS), ovvero software per la gestione facile, veloce e immediata di contenuti su siti Web o blog, costituiscono il 50% del mercato totale.

    A farla da padrone, con oltre il 35% del mercato mondiale, è la piattaforma di blogging WordPress.

    come creare un blog con wordpress

    Nato nel 2003, WordPress dà la possibilità a chiunque di poter creare un sito.

    La sua installazione è semplice e veloce, ha un pannello di controllo decisamente intuitivo, e consente una discreta indicizzazione Google, fondamentale per il posizionamento sui motori di ricerca.

    Essendo il CMS più utilizzato, si possono trovare online vari template grafici, facilmente personalizzabili e adattabili alle esigenze di qualsiasi utente grazie a widget e plugin.

    I plugin sono pezzi di codice o programmi che interagiscono con WordPress per ampliarne le sue funzionalità, agendo su un sito più o meno come fanno le app sul tuo smartphone.

    Plugin WordPress Creare un blog da zero

    Come le app, anche i plugin WordPress sono infinitamente intuitivi da utilizzare.

    Solo in alcuni casi è possibile imbattersi in estensioni complesse, ma, quando utilizzi WordPress, puoi contare su una community molto ampia.

    Troverai supporti, consigli, tutorial e tutto quello che serve per risolvere ogni tipo di problematica.

    Unica controindicazione all’utilizzo di plugin è che, essendo semplici da utilizzare, a volte si è portati a scaricarne un’infinità.

    Come un’applicazione, un plugin necessita di risorse per essere eseguito, e come per gli smartphone, c’è un limite al numero di add-on che un blog WordPress può eseguire prima che le sue prestazioni “muoiano”.

    Tutti questi plugin, infatti, occupano spazio nel file system e, se si ha a che fare con un servizio di hosting scadente, lo spazio potrebbe esaurirsi in tempi brevi.

    Quanti plugin installare su un blog WordPress?

    Partendo dal presupposto che alcuni plugin sono diventati indispensabili, online si legge da più parti che rimanere sotto i 20 è una buona cosa, soprattutto se non stai inaugurando un portale o un eCommerce, ma un semplice blog aziendale o personale.

    Io che sono malato di velocità e non ho un blog di eCommerce, ne utilizzo 2.

    Ora che sai da quale Content Management system partire, possiamo iniziare con la guida su come creare un blog WordPress.

    Come dici?

    Sei già proprietario di un sito Web e non capisci perché dovresti prendere in considerazione l’idea di gestire un blog?

    Bene, sappi che realizzare un blog ti permette di aggiungere valore alla tua attività commerciale, trasmettendo le tue competenze.

    Non hai scopi di natura commerciale e guadagnare online non ti interessa perché vuoi semplicemente condividere passioni e conoscenze con gli altri?

    Ad oggi, un blog è il modo più facile e immediato per fare tutto questo.

    Come creare un blog di successo

    Se ti stai chiedendo perché nel meta title parlo di 7 tecniche per creare un blog di successo, mentre i punti sono 9, prima di continuare, ti consiglio di dare un’occhiata al mio post dedicato al posizionamento SEO.

    Bene, ora che hai dimestichezza con la psicologia del Marketing sei pronto per creare il tuo sito Web.

    L’argomento su cui creare un blog

    Il primo passo in assoluto per creare un blog di successo è trovare l’argomento da trattare.

    Più ci si sbraccia sul proprio blog al fine di dimostrarsi unici al mondo, più si diventa generici.

    Douglas Coupland

    Scegli un campo in cui puoi ritenerti esperto, ma del quale non esistano in Rete articoli ben approfonditi o particolarmente interessanti.

    Se il fine ultimo è guadagnare online, inizia fin da subito a concentrarti su nicchie che abbiano un discreto seguito.

    Evita le mode passeggere e focalizzati su argomenti che interessino un cospicuo numero di lettori.

    Se il tuo obiettivo non si limita a scrivere per passione, ma è fare soldi con un blog, la scelta del target a cui rivolgerti è sicuramente la cosa più importante.

    Se, invece, vuoi semplicemente raccontare il tuo punto di vista su un determinato argomento o sviscerarne ogni singolo aspetto come nessun altro al mondo, non ti rimane altro da fare che iniziare a pensare ad un nome.

    Scegliere il nome del blog

    Come saprai, per creare un blog con WordPress, è necessario scegliere un hosting e effettuare la registrazione del dominio.

    Il successo di un blog dipende dalla visibilità e il nome del tuo sito Web è uno dei principali fattori di ranking che contribuirà (o meno) alla scalata della SERP.

    Help Domain: Cerca, Trova e Acquista il Tuo Dominio

    La scelta di un nome SEO Friendly è uno dei fattori fondamentali di una strategia vincente.

    Persino la scelta del top-level domain (TDL), la sigla alfanumerica che segue il ‘punto’, può risultare fondamentale per la visibilità online del tuo progetto.

    Col passare degli anni, la concorrenza per essere in prima pagina su Google è sempre più elevata.

    Il local SEO potrebbe essere un ottimo alleato e, per questo motivo, stanno avendo sempre più successo i domini con riferimento regionale.

    Creare un blog con dominio geografico

    Nuove estensioni come .berlin, .london o .miami offrono il vantaggio di associare un’offerta Internet in un contesto regionale preciso, rivolgendosi direttamente al pubblico desiderato.

    Per essere più chiari, se operi in un’area geografica specifica, il .com, ampiamente utilizzato dalle aziende di tutto il mondo e quindi più facile da memorizzare, potrebbe non essere funzionale in termini di fattore di ranking.

    Target, qualità dei contenuti e struttura visiva rappresentano dei punti cardine di qualsiasi progetto Web, ma trovare il giusto nome di dominio è altrettanto importante.

    Grazie al mio tool gratuito Help Domain, cercare, trovare e acquistare il dominio ad hoc per le tue esigenze non è mai stato così facile.

    Come scegliere il colore adatto al tuo blog

    come scegliere lo schema di colori adatto al tuo blog

    Si stima che tra il 62 e il 90% dell’impressione iniziale dei consumatori si basi esclusivamente su scelte di colore.

    Trovare il miglior schema di colori per il tuo settore, quindi, non è solo una questione estetica, è puro business.

    Quando hai definito lo schema di colori adatto al tuo blog, limitati a tre toni:

    • un colore principale
    • un colore per le aree secondarie
    • un terzo colore da usare per mettere in evidenza alcuni elementi (bottoni, link, e quant’altro)

    Come creare uno schema di colori

    Se non sai da dove cominciare, puoi affidarti a siti come color-hex che ti suggeriscono colori analoghi, triadici, complementari e chi più ne ha, più ne metta.

    Capisco perfettamente che, quando si decide di creare un blog, lo schema di colori è una cosa a cui non si pensa mai.

    Io stesso, inizialmente, ho scelto a caso, optando per la prima tonalità di blu che mi è capitata, il #3344dd, per il rosso #db4a39 da usare per i link visitati, e per il grigio #f9f9f9 per evidenziare il testo nelle tabelle.

    Color-hex, però, mi ha consigliato di usare una tonalità di blu “più sicura”, la #3333cc, e di adoperare il #8033cc per i link visitati e il #eaeaf9 per le tabelle.

    #3333cc

    #8033cc

    #eaeaf9

    Effettivamente ne è venuta fuori una combinazione di colori decisamente più user friendly.

    Che cos’è il protocollo HTTPS?

    Hypertext Transfer Protocol Secure è un protocollo per la comunicazione su Internet che protegge l’integrità e la riservatezza dei dati scambiati tra i computer e i siti.

    Google, già da un po’, segnala come “non sicuro” qualsiasi sito sprovvisto di protocollo di sicurezza e, a partire da Ottobre 2020, inizierà a farlo anche Firefox.

    Il browser di Mozilla, infatti, al pari di quello del colosso di Mountain View, segnalerà se il sito su cui si sta navigando non usa il protocollo HTPPS o ha problemi con il certificato SSL.

    Non importa quanto autorevole sia la fonte.

    Tanto per darti un’idea, senza protocollo di sicurezza HTTPS, puoi essere anche l’Agenzia Nazionale Stampa Associata, la prima agenzia di informazione multimediale in Italia, ma apparirai comunque come Non sicuro agli occhi dei browser.

    cos'è il protocollo https

    Con il sistema di sicurezza, le informazioni inserite nel corso della navigazione sono indecifrabili per eventuali terze parti malintenzionate, e l’utente può completare ogni operazione in tutta tranquillità.

    Questo è il motivo per cui l’adozione del protocollo è stata consigliata innanzitutto a siti Web che eseguono transazioni economiche o contengono moduli per l’inserimento di dati personali, ma si è poi estesa a tutti i siti online, compresi blog e portali editoriali che non prevedono trasmissione di dati sensibili.

    Col tempo, si è “scoperto” che la connessione tramite HTTPS, oltre ad essere più sicura, è anche più veloce.

    Questa rapidità, rispetto al protocollo precedente, può fare la differenza in termini di performance.

    Come creare un blog mobile friendly

    In termini più pratici, invece, serve un certificato valido SSL e quindi HTTPS per poter utilizzare le Accelerated Mobile Pages.

    Le famose pagine AMP che stanno ottenendo sempre maggiore attenzione da parte di Google.

    Apparire nel carosello delle notizie rappresenta un metodo estremamente efficace per potenziare la SEO, rendere la navigazione più mobile friendly e aumentare il CTR dei tuoi articoli.

    Entro la fine del 2020, il 70% della popolazione mondiale si è connessa alla Rete.

    Nel 2021, gli abitanti del pianeta Terra che possedevano uno smartphone erano 5,5 miliardi.

    Quelli con accesso all’acqua corrente 5,3.

    In questo scenario, ha fatto il suo ingresso una nuova tecnologia: la rete 5G.

    Quello che pochi dicono è che, se tutto procederà come da copione, il 5G arriverà a supportare circa 422 milioni di connessioni a livello globale entro il 2022, a fronte dei 5,5 miliardi di dispositivi che circoleranno.

    Parliamo circa dell’8% del traffico mobile mondiale.

    Oltre il 90% dei dispositivi mobili, quindi, continuerà a connettersi esclusivamente attraverso obsolete e sovraccariche reti 3G e 4G.

    Questo è il motivo per cui, in alcuni campi, se vuoi creare un blog, le pagine AMP sono fondamentali per battere la concorrenza.

    Creare un blog – L’importanza delle keywords

    Vuoi posizionare il tuo sito su Google?

    Bene, le keywords costituiscono LO strumento con cui Google indicizza e posiziona i contenuti sulla base dei suoi fattori di ranking.

    Per farla breve, l’utilizzo delle keywords ti consente di scrivere dei testi in grado di unire le esigenze del pubblico con quelle di Google.

    Le parole chiave svolgono, quindi, un ruolo fondamentale per l’ottimizzazione SEO del tuo sito, perché ti permettono di intercettare il traffico proveniente dalla ricerca organica sui motori di ricerca.

    dove trovare le parole chiave

    Se cerchi online, scoprirai ben presto che quasi tutti considerano SEOZoom il top per quanto riguarda il mercato italiano.

    Sono in pochi, però, a sapere che puoi avere il miglior SEO Tool italiano gratis.

    Coupon SEOZoom

    Clicca su questo link e, con un’email creata ad hoc (che dovrai utilizzare una sola volta) e un numero di telefono (che ti servirà esclusivamente per l’attivazione), potrai disporre gratuitamente del servizio per 15 giorni semplicemente inserendo il coupon SEOZoom MEDIABUZZ15.

    Dopo le 2 settimane gratuite, ti basterà creare una nuova email e farti prestare il numero di telefono da amici o parenti e potrai ripetere (all’infinito) la procedura, utilizzando sempre MEDIABUZZ15 come coupon.

    Strumenti per Webmaster

    Quando si parla di content strategy, che si tratti di parole chiave generiche o di keyword long-tail, di analizzare i contenuti nella tua nicchia o di scoprire quali backlink ricevano, tra gli strumenti per webmaster gratuiti non posso non menzionare Ubersuggest e SEMrush.

    Entrambe sono a pagamento, ma potete usufruire di alcune dritte utilizzando la “versione free”.

    Creare un blog di tendenza con Google Search Console

    Fermo restando che SEOZoom, Ubersuggest e SEMrush rappresentano i SEO tool per eccellenza, ritengo che, tra gli strumenti per webmaster esistenti al mondo, Google Search Console resti comunque il numero per creare un blog gratis.

    Tra le altre cose, è completamente gratuito e, soprattutto, è un tool SEO di Google!

    Come si dice in questi casi: se non puoi batterli, fatteli amici. E siccome NON puoi battere il gigante di Mountain View, devi fartelo amico, sfruttarlo e trarre vantaggio dalle leggi che impone.

    Insomma, se vuoi ottimizzare la SEO del tuo blog, migliorarne l’indicizzazione, monitorarne il rendimento e quant’altro, in Search Console trovi tutto quello di cui hai bisogno.

    Senza spendere un centesimo.

    Le potenzialità del Search Console di Google le ho scoperte durante il lockdown grazie al canale Telegram Fast Forward.

    Da quel momento, una volta al mese, “perdo” 10 minuti del mio tempo a controllare il rendimento delle query.

    Una volta individuata una keyword interessante, inizio a riscrivere i miei articoli inserendo in maniera non forzata il suggerimento dato dagli utenti.

    Creare un blog: keyword stuffing e keyword density

    Ripetere una keyword in maniera esasperante (keyword stuffing) all’interno dello stesso articolo, non lo renderà migliore agli occhi di Google.

    Una cosa del tipo “creare un blog, bla bla bla; creare un blog, bla bla bla; creare un blog, bla bla bla”, finirà addirittura per penalizzare il posizionamento SEO della pagina o dell’intero sito (oltre che distruggere la tua credibilità e annoiare i visitatori).

    Se non hai ancora realizzato il tuo articolo, il mio consiglio è quello di individuare la parola chiave e cercare sinonimi intorno ai quali costruire il testo.

    Il metodo più semplice e intuitivo per scovare l’intento di ricerca (search intent) è sfruttare i suggerimenti di Google.

    cos'è l'intento di ricerca

    Se la tua pagina è già indicizzata, invece, il mio suggerimento è quello di utilizzare Google Search Console.

    Seleziona la pagina che vuoi migliorare e concentrati sulle query che hanno generato un numero di impressioni elevate ma che navigano in una posizione media compresa tra 10 e 20 e lavora sui loro sinonimi e sull’intento di ricerca.

    Una cosa del tipo “aprire un blog, bla bla bla; realizzare un blog, bla bla bla; come creare un blog di successo, bla bla bla; come creare un blog personale, bla bla bla”, è sicuramente più efficace come metodo per cercare di raggiungere la prima pagina di Google.

    Sebbene la densità della parola chiave (keyword density) non rappresenti un fattore di ranking che influenza in maniera determinante il posizionamento del tuo blog, infatti, rimane fondamentale per determinare la pertinenza di un articolo.

    Rank Math SEO, plugin WordPress che utilizzo personalmente, indica come ottimali i valori di Keyword Density e Focus Keyword compresi tra 1 e 1.5%.

    Tuttavia, se il tuo articolo è decisamente lungo, questa percentuale, ovviamente, può risultare eccessiva.

    In questa specifica pagina, per esempio, che è composta da oltre 5mila e 500 parole, per la query “creare un blog”, arrivare ad ottenere una keyword density dell’1%, equivarrebbe ad inserire 60 volte la parola chiave.

    Non c’è bisogno che ti dica che ne verrebbe fuori una cosa illeggibile.

    Rimuovere i vecchi contenuti

    Search Console è fondamentale anche quando si tratta di rimuovere vecchi contenuti che non portano più traffico al tuo blog.

    Rimuovere i vecchi contenuti può “far risparmiare” a Google risorse preziose quando scansiona il tuo sito, indirizzando il bot solo sulle risorse più utili e necessarie ai tuoi scopi.

    Il Webmaster Trends Analyst di Google, John Mueller, ha fatto capire, in più occasioni, che se Google spreca un sacco di tempo a scansionare i contenuti del tuo sito e non riesce a rilevare quelli nuovi, non è probabilmente una cosa buona per te.

    Se i tuoi vecchi contenuti sono pessimi, senza alcun focus sulla qualità, prendi in considerazione l’idea di renderli più rilevanti, oppure di eliminarli.

    Velocizzare WordPress

    come velocizzare wordpress

    Si stima che il 40% degli utenti abbandona una pagina se questa impiega più di 3 secondi per caricarsi.

    Se tutto ciò non bastasse, il 47% degli utenti ritiene che 2 secondi sia il tempo massimo per il caricamento di una pagina Web.

    La lentezza di un sito, quindi, non ne penalizza solo il posizionamento SEO, ma anche il numero di visite che riceverà.

    Secondo Google, migliorare il tempo di caricamento delle pagine di 0,1 secondi, può aumentare i tassi di conversione dell’8%.

    Ad oggi si stima che l’80% degli utenti in tutto il mondo acceda a Internet tramite un dispositivo mobile, e più del 50% effettui ricerche attraverso il proprio smartphone.

    Questo è, sostanzialmente, il motivo per cui, da diversi anni, gli esperti hanno abbandonato il Web design basato su desktop, concentrando i loro sforzi sul creare un blog mobile-first.

    A partire dal 2021, la necessità è diventata reale, poiché tutti i siti Web sono monitorati e indicizzati attraverso il mobile-first index.

    Primi passi per creare un blog veloce

    Se il tuo intento è quello di creare un blog veloce, la prima cosa da fare è ottimizzare la struttura.

    Crea un sito che abbia una struttura semplice, intuitiva e ben organizzata, in modo che utenti e algoritmi vari possano viaggiare da un contenuto all’altro in maniera agevole e intuitiva.

    Elimina i fronzoli e gli elementi non essenziali che richiamano a file esterni come JavaScript e CSS.

    Immagina il sito come un insieme di righe di codice: HTML, CSS, JavaScript, PHP e chi più ne ha, più ne metta.

    Più il codice risulta pulito, ben organizzato e leggero, migliore sarà la velocità di caricamento delle pagine.

    Come ho scritto qualche paragrafo fa, elimina i plugin e i temi che non utilizzi e aggiorna costantemente tutto ciò che non puoi rimuovere.

    Secondo uno studio realizzato da HTTP Archive nel Novembre del 2018, le immagini costituiscono circa il 21% del peso complessivo di una pagina.

    Parliamo di 1/5 del “peso” totale del tuo sito.

    Insomma, incidono più di JavaScript, CSS e Font.

    Ottimizza le foto e rimuovi le immagini che non utilizzi in modo da ottimizzare lo spazio hosting e tenere in ordine i contenuti multimediali del sito.

    Mobile-first index e posizionamento SEO

    come migliorare tempo di caricamento

    Google controllerà tutti i siti Web con un robot che simulerà un dispositivo mobile, motivo per il quale, per ottenere un buon posizionamento SEO ed apparire in SERP, il contenuto mobile dovrà assomigliare il più possibile a quello desktop.

    Essendo quella visitata per prima da Google, la versione mobile è deve essere sempre più ottimizzata.

    Se decidi di creare un blog, quindi, è consigliabile realizzare le pagine Web per smartphone e poi adattarle a dispositivi più grandi.

    Per ottimizzare e alleggerire la navigazione da cellulare, dati strutturati, meta dati, e quant’altro, erano generalmente esclusi dalla versione mobile per velocizzare il caricamento delle pagine.

    Ora non è più possibile agire in questo modo perché il contenuto deve essere lo stesso nella versione Mobile, in quella Tablet e in quella Desktop.

    Esperienza con le pagine su dispositivi mobili: Google mobile-only

    John Mueller, senza troppi giri di parole, già anni fa aveva annunciato che, entro marzo 2021, la versione desktop di un sito sarebbe stata completamente eliminata dall’indice di Google.

    Ora stiamo indicizzando quasi completamente il Web utilizzando un Googlebot per smartphone, che corrisponde molto di più a ciò che gli utenti vedrebbero effettivamente quando effettuano una ricerca.

    È vero che in futuro indicizzeremo solo i contenuti mobili.

    Pertanto, quando un sito viene spostato su una mobile-first indexing, elimineremo tutto ciò che si trova solo sul sito desktop. Essenzialmente lo ignoreremo.

    John Mueller

    Con Google Search Console, cliccando su Esperienza con le pagine, puoi controllare in ogni momento le URL che offrono un’esperienza di pagina positiva e, nel caso, provare a migliorare l’usabilità su dispositivi mobili.

    google search console esperienza con le pagine

    Come puoi vedere dai grafici, la parola Desktop non è presa minimamente in considerazione.

    Creare un blog a fisarmonica

    Se alcune informazioni mancano da smartphone, non saranno prese in considerazione da Google.

    Questo è il motivo per cui, sempre più siti, tendono a “nascondere” i contenuti grazie alla creazione di fisarmoniche, anziché eliminarli.

    Una sezione a fisarmonica è quella in cui il contenuto, inizialmente nascosto, appare nella sua interezza solamente se si clicca su uno specifico titolo.

    Google valuta la velocità di caricamento come un fattore di ranking, che nel caso di un cellulare non è paragonabile a quello di un computer.

    In questa linea, il design del sito Web dovrebbe essere più semplice, più user friendly e più leggero.

    Come velocizzare WordPress

    Per creare un blog veloce, hai bisogno di 3 “ingredienti”:

    – Attivare un CDN
    – Avere un ottimo hosting
    – Utilizzare un plugin di cache

    Un Content Delivery Network (CDN) è un’infrastruttura di reti estesa a livello globale.

    Ogni struttura si occupa di generare copie identiche ai tuoi contenuti all’interno di più server.

    Quando un utente visualizza un tuo articolo, se utilizzi un CDN, nella realtà non si sta collegando al tuo Web server ma a quello a lui geograficamente più vicino.

    Ovviamente senza che se ne accorga.

    Tutto ciò porta a una diminuzione del carico di lavoro sul tuo server e a un crollo nei tempi di caricamento.

    In altri termini: aumento della velocità e user experience decisamente superiore.

    Per quanto riguarda i CDN, Cloudflare è il top a livello mondiale.

    La sua rete presenta il numero più alto di connessioni ai punti di interscambio di qualsiasi altro network del mondo.

    La cosa davvero fenomenale di questa azienda che potenzia oltre il 35% dei domini DNS gestiti e che fornisce servizi DNS a oltre 6 milioni di siti Web è che offre un piano base completamente gratuito.

    Cloudflare

    Creare un blog con LiteSpeed

    Come spiegato in precedenza, essendo l’hosting fondamentale per il posizionamento SEO, ho optato per un LiteSpeed ​​Web Server, un sostituto di Apache ad alte prestazioni che permetta agli utenti di avere un sito veloce, stabile e sicuro.

    Se hai deciso di creare un blog, velocità e affidabilità devono essere le 2 colonne portanti del tuo progetto.

    Se, a questi, si aggiungono anche intuitività del pannello di controllo e supporto tecnico professionale impeccabile, direi che hai trovato l’hosting giusto.

    Quando utilizzi server LiteSpeed, il plugin di cache utilizzato non può che essere LiteSpeed Cache che, per inciso, è completamente gratuito e, tra le altre cose, si integra alla perfezione con Cloudflare CDN.

    Un altro strumento eccezionale e gratuito di cui puoi usufruire, se il tuo obiettivo è creare un blog WordPress che giri su server LiteSpeed, è il CDN QUIC.cloud che ti consiglio soprattutto per servire le immagini in formato WebP.

    Ora che possiedi tutti e 3 gli “ingredienti”, sei pronto a compiere il primo passo per velocizzare WordPress: testare la velocità del sito.

    Come misurare la velocità di un sito

    Individua l’articolo che porta il maggior numero di traffico e controllane le metriche.

    Non sai da dove partire?

    Nessun problema, ci sono qui io.

    • PageSpeed Insights
      Strumento di Google progettato per aiutare l’ottimizzazione delle prestazioni di un sito Web
    • GTmetrix
      Tool di test delle prestazioni dei siti Web sviluppato da GT.net
    • WebPageTest
      Probabilmente il migliore e più completo strumento gratuito per misurare il tempo di caricamento di un sito
    • Measure
      Tool per sviluppatori di proprietà di Google
    • Pingdom
      Software per il monitoraggio di siti Web ideato da SolarWinds

    Ripeti il tutto 2/3 volte, in modo di avere la velocità media dopo che il sito è stato cachato.

    A questo punto, non ti resta da fare altro che lavorare su tutti quei parametri che lo rallentano e che sono indicati, analiticamente, in ogni report.

    Ogni volta che effettui modifiche, ricorda di svuotare la cache, altrimenti continuerai a testare la versione non aggiornata del tuo blog.

    Se utilizzi Cloudflare, o altro CDN, prima di effettuare ogni modifica, ricordati di flaggare Modalità di sviluppo su On e, una volta terminate le modifiche, clicca su Cancella cache.

    Come creare un blog di successo

    A proposito di Cloudflare, eccoti una chicca che non trovi in nessun blog italiano.

    Creare un blog super veloce con le Page Rules Cloudflare

    Nella versione gratuita di Cloudflare esiste la possibilità di caricare 3 Page Rules che ti permettono di controllare in maniera totalmente autonoma quali impostazioni attivare su un determinato URL.

    Come avrai capito, velocizzare WordPress è la mia ossessione, quindi ho optato per un settaggio estremamente hard.

    Come creare un blog di successo grazie alle Page Rules Cloudflare

    Se il tuo è un blog “statico” che non richiede continui aggiornamenti nei contenuti, il mio consiglio è quello di impostare Edge Cache TTL su un mese.

    Edge cache expire TTL è l’impostazione che controlla per quanto tempo i server edge di CloudFlare memorizzeranno una risorsa nella cache prima di richiedere una nuova copia al tuo server.

    Il CDN memorizza i tuoi file statici all’interno dei suoi nodi periferici in modo che questi file siano memorizzati nella località più vicina ai tuoi visitatori.

    Il tuo server, quindi, si limiterà a consegnare esclusivamente i contenuti dinamici, risparmiando larghezza di banda.

    Come creare un blog

    L’unico problema riscontrato è che, servendo immagini WebP, se si utilizza Safari come browser, a volte possono non comparire sullo schermo.

    Personalmente ho settato il mio blog in questo modo: minificazione di CSS e HTML su LiteSpeed, immagini servite da QUIC.cloud e minificazione di JS su Cloudflare con Edge Cache TTL impostata ad un mese.

    Sei curioso di sapere che numeri puoi ottenere utilizzando al meglio i tool che ti ho appena consigliato?

    Ti accontento subito.

    Creare un blog page speed insights

    Creare un blog measure

    User experience

    Sebbene la velocità rappresenti una buona percentuale della riuscita o meno di un progetto online, il vero valore aggiunto è costituito dall’user experience.

    Creare un blog superveloce, ma privo di ogni elemento al di fuori del testo, potrebbe non essere il massimo.

    Secondo Google, un sito che sia altamente personalizzato porterà il cliente a spendere il 40% in più di quanto pianificato.

    A differenza della keyword density, la user experience influisce sulla SEO.

    Google valuta alcuni parametri legati alla UX come fattore di ranking.

    Oltre ai già citati velocità di risposta del server e rapidità di caricamento delle pagine, il primo caposaldo da tenere a mente quando si vuole creare un blog è mettere l’utente-persona al centro, provando a costruire un sito che ne soddisfi il search intent.

    Cosa sono i segnali Web essenziali?

    Creare un blog

    A maggio di questo anno, Google ha dichiarato che la user experience entrerà a far parte dei fattori diretti che concorrono al posizionamento di un sito.

    A partire dal 2021, è stato rilasciato un importante aggiornamento che ha individuato tre nuove metriche sempre più influenti: i cosiddetti Core Web Vitals.

    I Segnali Web Essenziali sono:

    Largest Contentful Paint (LCP): la velocità di caricamento percepita dall’utente
    First Input Delay (FID): la reattività di una pagina Web calcolando il tempo trascorso tra la prima interazione di un utente con il sito e il momento in cui il browser è in grado di rispondere
    Cumulative Layout Shift (CLS): la stabilità di una pagina Web, analizzando i cambiamenti di layout che si verificano durante l’intera durata della visita della pagina

    creare un blog segnali web essenziali

    Tutti questi parametri hanno come scopo quello di facilitare l’utente che naviga in un sito.

    Se si troverà a suo agio, sul sito giusto per le sue personali esigenze e facilitato nella ricerca di informazioni, approfondirà gli argomenti, magari trovando dei collegamenti a portata di mano e una buona esperienza di lettura.

    Il tutto si tradurrà in un elevato tempo di permanenza, un numero di pagine visitate maggiore, una bassa frequenza di rimbalzo e, perché no, un ritorno sul sito nei periodi successivi.

    Tutti elementi necessari per migliorare il posizionamento SEO e scalare la SERP.

    Core Web Vitals Come creare un blog user friendly

    Quando entri in un sito, le pagine, ovviamente, non appaiono nella loro interezza all’istante.

    Lo “sfarfallamento” dovuto agli elementi che si caricano in successione è la cosa peggiore che possa accadere in termini di user experience.

    La “morte” dei Segnali Web Essenziali.

    Utilizzando un hosting condiviso da 36.71 euro annui, ma essendo ossessionato dalla velocità, ho ovviato ai problemi relativi ai Segnali Web Essenziali utilizzando una tecnica molto semplice.

    Apri il tuo blog da Desktop, mobile e Tablet e fai in modo che la colonna contenente il testo riempia tutto lo schermo.

    Cerca di far comparire quasi esclusivamente caratteri e che questi non siano più di 80 per riga.

    Per garantire leggibilità e comfort visivo, infatti, il numero ottimale di caratteri per riga è stato stimato in una forbice compresa tra 50 e 80.

    Se possibile, elimina caroselli e slider dal template e, all’inizio dei tuoi articoli, evita di inserire immagini in evidenza, citazioni, elenchi puntati e tutto ciò che richieda tempo per essere caricato.

    Utilizza questi semplici accorgimenti e vedrai miglioramenti istantanei nei Segnali Web Essenziali.

    Quando parlo di miglioramenti istantanei, intendo questo.

    Creare un blog

    Se utilizzi Google Search Console, puoi controllare i Core Web Vitals del tuo blog in qualsiasi momento con un semplice clic.

    Per monitorare costantemente il rapporto sull’esperienza utente di Chrome, infatti, basta accedere alla sezione Segnali web essenziali che trovi nella colonna di sinistra.

    Un elemento importante e che in pochi prendono in considerazione, è la qualità dei link interni.

    Quando realizzi un post, è come se stessi scrivendo una tesi di laurea.

    Più le note e le fonti sono affidabili e riconosciute come attendibili, più il lavoro acquisterà prestigio agli occhi del lettore.

    L’algoritmo di Google si comporta come un qualsiasi altro utente.

    Se, all’interno del tuo articolo, inserisci link in uscita che rimandino a siti autorevoli, il tuo post acquisirà valore agli occhi di Google che “trasferirà” parte di quell’autorevolezza anche al tuo scritto.

    Un’altra operazione importantissima da compiere sui link esterni è controllare che siano sempre validi.

    Un link che porti a una pagina inesistente rovina la user experience e uccide il tuo sito in termini di visibilità.

    Rischiare di perdere credibilità e visibilità quando puoi trovare i link rotti sul tuo sito in pochi minuti e gratuitamente, è da folli.

    Il mio consiglio è di collegarti, periodicamente, a siti come Free Broken Link Checker e scansionare il tuo blog.

    Attingere da Wikipedia, Google e da un canale social, rappresenta il tris ottimale in termini di autorevolezza e popolarità.

    Tre link in uscita verso 3 siti che, oltre ad essere autorevoli, non ti denunceranno qualora dovesse entrare in vigore la link-tax.

    Quando possibile, ricordati di inserire anche collegamenti ad altri tuoi articoli, in modo di aumentare il tempo di permanenza sul tuo sito, metrica importantissima per il posizionamento SEO.

    creare un blog con yoast seo

    Il plugin SEO WordPress numero 1 al mondo, Yoast SEO, nella versione Premium dedica un’intera sezione alla scansione dei contenuti con lo scopo di fornire i migliori link suggestion.

    Quando si inizia a parlare di autorevolezza e link, qualsiasi consulente SEO che si rispetti, presto o tardi, finirà per tirare fuori il link building e per convincerti che non puoi vivere senza backlink.

    L’avere backlinks, infatti, al pari con la qualità dei contenuti, è il fattore di ranking SEO più importante in assoluto.

    La link building, a parità di tutti gli altri fattori che determinano il posizionamento sui motori di ricerca, è, ad oggi, una delle armi migliori per riuscire a mantenere il tuo sito in prima pagina Google nonostante l’agguerrita concorrenza.

    Questo è il motivo per cui il mercato dei backlink di qualità è uno sei più costosi in ambito SEO.

    Creare un blog con backlink di qualità e Guest post

    Nel mondo del cinema e della tv, la partecipazione di una celebrità a un film o un programma televisivo nel ruolo di personaggio secondario, prende il nome di Guest Star.

    Allo stesso modo, un articolo pubblicato come ospite su un blog di un altro, prende il nome di Guest Post.

    L’attività di pubblicare Guest Post (guest posting o guest blogging), è una delle più diffuse tecniche di link building.

    Per darti un’idea del dei numeri che girano intorno ai backlink, ti consiglio di dare un’occhiata al gruppo Facebook Fatti di Link Building.

    Quando il tuo blog raggiungerà livelli di autorevolezza adeguati, faranno a gara per ottenere link dofollow dai tuoi articoli.

    ink building

    Sei alle prime armi e non conosci la differenza fra link dofollow e link nofollow?

    Nessun problema.

    I link non sono tutti uguali.

    A fare la differenza, oltre all’autorevolezza dell’articolo in cui sono inseriti, è l’attributo “rel”.

    I link dofollow, trasferendo valore alla fonte linkata, sono fondamentali in termini di posizionamento.

    A differenza del dofollow, un link nofollow indica ai motori di ricerca di non seguire la risorsa citata e di non darle peso in termini di posizionamento.

    Utilizzare l’attributo nofollow è fondamentale quando stai linkando:

    – una fonte di un settore completamente diverso dal tuo core business
    – un sito inaffidabile o in odore di penalizzazione
    – un sito con un ranking più basso rispetto al tuo
    – una pagina inutile per il Bot di Google (per esempio quella sulla Cookie Policy)
    – per evitare la penalizzazione se il link è puramente commerciale

    L’attributo nofollow, inoltre, va sempre utilizzato nei contenuti generati dagli utenti, come ad esempio i commenti.

    Molto spesso, infatti, si tratta di SPAM creato al solo scopo di ricevere un link in ingresso.

    Creare un blog di successo – Conclusione

    Prima di lasciarti, ti ricordo che, su WordPress, puoi controllare in ogni istante lo stato di salute del tuo sito.

    Dalla colonna di sinistra del pannello di amministrazione, ti basta fare clic sulla voce Bacheca e controllare lo Stato di salute del sito.

    Creare un blog e arrivare in prima pagina su Google senza dover attendere 3 anni è possibile ma, per farlo, bisogna realizzare una Web strategy che si occupi di ogni singolo aspetto che abbia a che fare col Marketing Digitale: SEO on-page (SEO Copywriting), SEO on-site, SEO off-site (Link Building Strategies) e Social Media Marketing.

    Quanto costa creare un blog?

    Se ti stessi chiedendo quanto costa creare un blog come questo, la risposta è 3,05 euro al mese.

    Con un hosting condiviso da 36.71 euro annui, mettendo in pratica i punti presenti in questo articolo, sono riuscito ad aumentare i clic totali sul mio blog del 1000% in soli 4 mesi e del 1388% in 6 mesi.

    Tutto ciò senza fare spamming né campagne pubblicitarie.

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    Se il tuo sogno è creare un blog o renderlo migliore, credo di averti dato abbastanza spunti da cui partire.

    Se, invece, gestisci già un sito e pensi di avere altri suggerimenti, fammelo presente inviando un’email a nico.forconi@gmail.com, affinché io possa inserirli tra le cose da fare per creare un blog di successo (e magari utilizzarli anche qui).